L’accoglienza presso la nostra “comunità di tipo familiare mamma-bambino” continua. Ogni ospite è un mondo sofferente che per un po’ gravita attorno al nostro, quanto “basta” per lenire, comprendere, consolare, orientare. Ogni ospite necessita di uno sguardo che può contribuire ad far guardare altrove e/o diversamene.
Le ospiti di questo ultimo tempo mi riportano alle parole del profeta Isaia il quale, rivolgendosi al popolo in esilio, lo motivava ad avere uno sguardo verso l’ALTRO prima di averlo verso l’ALTO:
“Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”.
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.” (Is 58,9-10).
Guardare verso l’ALTRO… quanto è necessario, lo è sempre di più e sembra essere sempre più difficile.
Guardare verso l’ALTO… quanto dovremmo farlo, quanto la vita cambierebbe.
Possiamo farlo, credo che ne siamo capaci, UNO sguardo verso l’ALTRO e UNO verso l’ALTO; UNO sguardo verso l’ALTRO, in modo tale che anche l’altro trovi un po’ di “pace”, poi insieme UNO aguardo verso l’ALTO per trovare la fede, la speranza e la carità di guardare insieme verso un ALTRO e avanti così.
Che lo Spirito Santo continui a sostenere la nostra accoglienza e quella di tutte le numerose strutture che senza stancarsi continuano a gualrdare verso l’ALTRO.