Pasqua… in Galilea

“[Gesù] È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete” (Mt 28,7)

Pasqua 2020 nel tempo del coronavirus, nel tempo del domicilio forzato.

Tutta questa quaresima si contraddistingue per la concomitanza delle disposizioni in base all’emergenza sanitaria, almeno inizialmente in Italia coi vari DPCM (Decreto Presidenziale del Consiglio dei Ministri), ma poi diffusosi in tutto il mondo.

La citazione riportata, tratta dal vangelo di Matteo, quest’anno mi risuona in un modo diverso dal solito: “Gesù è risorto, ma per vederlo devi andare in Galilea, là ti precede”.

Io devo rimanere in casa, ma per vedere Gesù risorto mi devo spostare in Galilea perché là mi precede. Non potendomi spostare fisicamente, mi domando se la Galilea, metaforicamente intesa, sia un luogo geografico o (almeno in questa circostanza) un luogo spirituale, interiore, esistenziale. Necessariamente devo escludere la prima interpretazione e risolvere la seconda o almeno provarci.

La Galilea (geografia) è stata la regione della vita di Gesù, soprattutto della sua vita pubblica. In Galilea Gesù ha predicato, ha compiuto segni e prodigi e ha fatto comunità: parola, segno, comunità ovvero kerigma, karisma, koinonia. La Galilea è il luogo dell’esperienza di Gesù vivo e operante. Ora Gesù risorto mi precede in Galilea e se voglio vederlo mi devo recare là.

Risolvo la questione della mia Galilea, quale luogo interiore, come il luogo della mia identità, dei miei valori, della mia dignità. Questa soluzione mi apre ad una grande gioia, se oggi non posso muovermi e devo rimanere in un domicilio forzato, anche in questa Pasqua, ho però la possibilità di entrare in me stesso, riscoprire la mia Galilea interiore, la mia identità spirituale e potermi incontrare con Gesù: ascoltando la sua parola (kerigma), nella potenza del suo Santo Spirito (karisma) e in un modo nuovo di fare comunità (koinonia).

“Signore Gesù, attirami nella mia Galilea, nell’intimo della mia coscienza dove sei vivo ed operante, voglio vederti e vivere una nuova esperienza del tuo amore, nonostante l’emergenza. Mi incammino in questa Galilea spirituale per incontrarmi con te: parola-segno-comunità, kerigma-karisma-koinonia”.

 

Mai come in questo tempo abbiamo bisogno di vivere la Pasqua, l’esperienza della risurrezione di Gesù nell’intimo della nostra Galilea.

 

Buona Pasqua.

 

(nella Koinonia Giovanni Battista Corte Gesia sei il benvenuto)