Sono trascorsi poco meno di sei anni da quando i primi servizi sociali hanno bussato alla nostra porta per chiederci di accogliere una madre, vittima di violenza, con un figlio. Di lì a poco è nata la nostra proposta “Corte familiare” per accogliere ed accompagnare nuclei mamma-bambino, donne disagiate e vittime di violenza con una prima comunità di tipo familiare mamma-bambino.
In questo tempo siamo riusciti ad aiutare un centinaio di donne e madri con figli… non ci siamo mai fermati… purtroppo! Sì purtroppo, perché significa che gli episodi di violenza continuano e si moltiplicano.
Da allora non ci siamo mai fermati… e continueremo finché ce ne sarà bisogno e finché ce la faremo.
Oggi abbiamo la possibilità di raddoppiare l’accoglienza, mettendo a disposizione le due unità abitative della bifamiliare che abbiamo intitolato “Talitha Kumi” (il significato è spiegato nell’articolo precedente).
Il progetto “Corte familiare” continua con due unità di accoglienza, con due comunità che mantengono il carattere familiare che caratterizza l’esperienza di vita di famiglie che dal 2005 viviamo presso la Corte Gesia.
Non ci siamo mai fermati! Potremmo farlo?