Nessuno Signore

Nessuno Signore” …non c’è più nessuno che voglia farmi del male, per quanto io possa aver sbagliato.

Il Vangelo di Giovanni al capitolo 8, ci mette di fronte alla vicenda dell’adultera perdonata: la donna colta in flagrante adulterio (se era flagrante, come mai non hanno preso anche l’uomo?); rapidamente allestito il palco della lapidazione (un mucchio di pietre pronte per essere scagliate, in piazza ci sono sempre); Gesù il predicatore, il guaritore ma vediamo come se la cava come giudice di fronte ad un verdetto che sembra inesorabile. Colpo di scena: l’attenzione richiamata sulla donna era per cogliere in fallo Gesù, ma Gesù coglie l’improvvisato plotone di esecuzione in fallo o meglio in peccato, il plotone riscopertosi colpevole si dipana tra la polvere e l’arsura della piazza.

Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.” (Gv 8,10-11).

Gesù con atteggiamento sapientemente mite libera l’adultera dagli accusatori, generosamente caritatevole libera la donna dal peccato e risolutamente compassionevole libera la perdonata da una vita indecorosa o quanto meno indegna per una donna.

Gesù con l’amore che accoglie, perdona e salva, ferma quello che oggi chiameremmo un femminicidio e presenta una vita nuova che può essere ben vissuta.

L’accoglienza delle donne vittime di violenza, molto spesso mamme con figli minori, a volte nati da qualche giorno o da qualche mese, è sempre l’occasione per far rieccheggiare quell’atteggiamento trasformante d’amore che ha convertito la vita dell’adultera perdonata del Vangelo di Giovanni: conversione, cambio di versione, cambio di rotta, cambio di direzione. I lapidatori hanno cambiato direzione, la donna ha cambiato direzione, per versi opposti.

Questo è l’esito che ogni volta speriamo per le nostre ospiti: che chi vuole loro male cambi, che loro stesse cambino nella direzione di una vita migliore.

La nostra accoglienza può durare qualche giorno, qualche mese, eccezionalmente anche un anno, anno e mezzo, ma sempre auspichiamo, desideriamo, speriamo motivi e contribuisca ad una nuova vita.