“Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame.” (Lc 4,1-2)
Gesù inizia la sua vita pubblica dal deserto. 40 giorni di preghiera e digiuno, una sorta di preparazione alla battaglia spirituale. Terminati questi ecco il diavolo a tentarlo tre volte: “trasforma la pietra in pane”; “prostrati a me e adorami”; “gettati giù” (cfr Lc 4,1-13).
Tre tentazioni, tre categorie di tentazioni: la concupiscenza; il potere; la fede. Gesù è tentato rispettivamente nella relazione con le cose, in quella con gli uomini e in quella con Dio.
Perché? E perché lo permette?
Gesù in tal modo assume su di sé la debolezza umana per stare vicino all’uomo: Gesù ti ha già salvato, conosce bene il tuo presente e ne è la soluzione.
Inoltre Gesù, permettendo la tentazione, smaschera il diavolo nei suoi modi di incunearsi nell’uomo: lo tenta nelle relazioni sapendo che se sono compromesse, questi è isolato, separato, diviso (diavolo letteralmente significa “colui che divide”) quindi infelice.
La “tiritera” del diavolo è sempre quella: mina la relazione dell’uomo con le cose, con gli altri e con Dio. In ogni epoca con modi diversi, ma la sostanza è sempre quella. Ce n’è per tutti.
L’amore di Dio è sempre quello: ti ama così come sei, vuole il meglio per te, ti dona lo Spirito Santo. Pane, potere e fede ci sono necessari, ma la loro necessità è subordinata al Bene Sommo, che è Dio, che è Gesù. Così saremo felici e proiettati verso la Felicità Eterna. Ce n’è per tutti.
Osservati attorno: le tentazioni sono ancora attuali?
Gesù è la soluzione.
(nella Koinonia Giovanni Battista Corte Gesia sei il benvenuto)