“[Siamo benedetti, scelti, predestinati ad un disegno d’amore] a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato” (Ef 1,6)
Il tesoro nel campo (articolo precedente) è la metafora del disegno d’amore di Dio, della Sua iniziativa verso di noi, dove splende la Sua Grazia con la quale siamo gratificati in Gesù.
La Grazia di Dio è la Luce soprannaturale che ci fa “vedere” Dio nel suo progetto d’amore.
La Grazia è dono, non è una nostra conquista. Per Grazia scopriamo il tesoro e investiamo sul campo, ovvero, incontriamo Gesù e diventiamo comunità.La Grazia ci raggiunge in due modi: direttamente e mediatamente.
- Direttamente. Dio si rivela al nostro intimo, Gesù tocca il nostro cuore.
- Mediatamente. Incontriamo Gesù perché qualcuno ci è vicino, ci accompagna, si dedica a noi.
Dall’incontro con Gesù sorge la gratificazione e, di conseguenza, la gratitudine.
- La gratificazione è la gioia, la fruizione della Grazia.
- La gratitudine è il riconoscimento, la testimonianza della Grazia.
La Grazia arriva in noi in questi due modi, in entrambi, complementari per la visione e investimento nel progetto d’amore di Dio. Di conseguenza siamo gratificati in Gesù.
Dire grazie per la Grazia direttamente ricevuta è doveroso verso Dio, perché ci aiuta a rimanere in relazione con Lui. Gesù, grazie di Grazia.
Dire grazie per la Grazia mediatamente ricevuta è doveroso verso il fratello, perché ci aiuta a rimanere in relazione con lui e ad incoraggiarlo e motivarlo a perseverare nel suo servizio-ministero. Amico, grazie di Grazia.
Dalla Grazia-iniziativa, alla gratificazione-gioia, alla gratitudine-risposta.
Motivato da C., una sorella di comunità, una persona a me molto cara, sottolineo la gratitudine verso il fratello.
Qualcuno mi ha accompagnato fino a Gesù, mi è stato vicino nei primi tempi, mi ha aiutato a vincere le prime difficoltà, mi ha insegnato a pregare, ha pregato per me, mi ha aiutato a crescere, mi ha formato, mi ha ascoltato, mi ha consigliato, mi ha aiutato nelle difficoltà, mi ha dato nel bisogno, mi ha aiutato nelle mie conquiste personali e comunitarie.
Anche oggi qualcuno mi è vicino, mi ascolta, mi aiuta, mi sostiene, prega per me e con me, si occupa della Casa di Preghiera, dell’Agapito, della Koinonia, si prende cura delle strutture comunitarie di cui beneficio, organizza la vita comunitaria di cui sono partecipe; insomma mi mette in condizione di poter vivere la comunità, il campo dove si trova il tesoro che ho incontrato: Gesù.
Quante volte l’ho ringraziato? Hai ragione cara C. quante volte la Grazia è giunta a me attraverso la mediazione di un fratello, che molto spesso lavora dietro le quinte e il cui lavoro magari poco si nota?
Se acquisisco uno stile di vita nella Grazia, quindi nella gratificazione, quindi nella gratitudine, sarò io stesso un mediatore di Grazia e la vivrò e l’apprezzerò sempre di più.
Se invece pecco nella gratitudine, difficilmente potrò essere un mediatore di Grazia; se pecco di gratitudine, prima o poi, la Grazia si ritira perché non sarò più capace di apprezzarla.
Siamo graziati da Gesù (direttamente) e in Gesù (mediatamente).
Perciò, Gesù e comunità “grazie di Grazia”.
(nella Koinonia Giovanni Battista Corte Gesia sei il benvenuto)